Settembre è la luce calda, destinata a ridursi inesorabilmente nel procedere dell’autunno.
Un mese malinconico, che vedrà fallire la maggior parte dei buoni propositi accumulati durante l’estate: si scioglieranno come una treccia legata male, sfilacciandosi prima lentamente e poi di colpo tutti insieme.
Settembre è il vero inizio dell’anno, di cui gennaio è solo una copia mal riuscita a uso commerciale.
È l’esito delle ore di vacanza trascorse promettendosi che le cose cambieranno, sapendo che in realtà tutto – o quasi- resterà com’è. Le spiagge semivuote, con molti lettini chiusi e poche persone a godersi quella tranquillità. I vestiti pesanti che ricompaiono nelle vetrine dei negozi, sui giornali, e tu fingi di ignorarli perché è troppo presto.
Settembre è il ritorno a scuola, l’acquisto dei libri, l’emozione o la paura di rivedere i compagni di classe. La curiosità di capire se, per qualcuno, l’estate ha davvero mantenuto le promesse di felicità che aveva fatto a giugno.
La voglia di riprendere a guardare i film nelle avvolgenti poltroncine di una sala illuminata solo dallo schermo, e non sulle sedie arrabattate dei tanti cinema all’aperto in città dove usavi la locandina per sventolarti e non svenire dal caldo.
Settembre è l’aria fresca delle sere in cui passeggi per le vie più verdi della tua città, rincorrendo il ricordo delle vacanze appena trascorse.
Settembre porta con sé la consapevolezza che le stagioni seguono il loro ciclo incuranti dei nostri desideri, che la vita procede comunque e che in fondo ci piace così.
Non può essere sempre estate, bellezza.